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Loano - Confraternita Cappe Turchine

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view post Posted on 11/8/2008, 09:14
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Ricorda un breve scritto dell’archivio romano Doria-Pamphili, cart. 65-67, che:
“Nel 1602, addi' 4 agosto, giorno di San Domenico, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Andrea II Doria, Marchese di Torriglia, fondatore e protettore della Confraternita, le ha fatto dar principio nell’Oratorio o Cappella di N. S. del Loretto, dove si recitava l’Ufficio della Beata Vergine, con bellissimi Capitoli e Ordini all’uso di Genova ( cioč sull’esempio di quelli delle confraternite genovesi) , e l’ha adornata e provvista delle cose necessarie come Confalone, Misteri, Cappe, Torchie, Arredi e altro, il tutto a gloria di Dio e della Vergine Santissima“.

Le cappe, di cui il Marchese Andrea Doria aveva fornito la Confraternita, erano del colore del mare, come le casacche dei marinai che nel 1571, sotto la guida di suo padre, protetti dalla Madonna del Rosario, avevano riportato a Lepanto la famosa vittoria sui turchi. Percio' , questo di Nostra Signora del Rosario era il titolo della Confraternita, e, per il colore della cappa, da subito i confratelli furono detti i “Turchini”. Andrea II Doria era il terzo conte di Loano , dopo l’Ammiraglio Andrea Doria. Questi aveva avuto la cittadina da Carlo V , sottratta a Gian Luigi Fieschi il giovane, in punizione della congiura contro il re. Riprendeva cosi' il dominio dei Doria in Loano, dopo che gia' ne avevano avuto la signoria dal 1263 al 1505 , quando Corrado III Doria l’aveva venduta a Gian Luigi Fieschi il vecchio. Ma in quegli anni del ‘600 , in cui erano frequenti le scorrerie dei barbareschi sulle spiagge liguri, risultava pericoloso avere come oratorio la chiesa del Loreto, di proprieta' dei Doria, ricostruita e ampliata da Giannandrea I e donata ai confratelli, ma lontana dalla protezione delle mura cittadine. Percio' i confratelli chiesero al parroco del tempo un locale dove riunirsi ed egli concesse loro una stanza sul retro della chiesa parrocchiale di San Giovanni, quella antica situata dove oggi si trova l’attuale oratorio. Ma quella stanza divento' presto insufficiente e i confratelli decisero di avere un oratorio dentro le mura di Loano. Cosi' acquistarono, intorno al 1626, un magazzino a piano terra di una abitazione sul lato monte del “caroggio del Fossato “, l’attuale via Boragine. Tra il 1633 e il 1638 venne costruita la nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a lato verso ponente dell’antica chiesa parrocchiale, attuale oratorio, documentato gia' nell’VIII secolo come Pieve di Santa Maria e San Giovanni. Per la nuova costruzione fu utilizzato il materiale edilizio della vecchia , che fu quindi quasi completamente smantellata, lasciando in piedi pochi tratti delle mura maestre. Anche la Cappella della comunita' in essa esistente, dedicata alla Madonna del Rosario e che era stata dotata di beni da Bernardo Richero per ricordare la vittoria propiziata dalla Vergine nella battaglia di Lepanto, a cui aveva partecipato a fianco di Giannandrea Doria I, fu trasportata nella nuova sede parrocchiale , ove e' ancora presente.

Finalmente nel 1660 i Turchini ottennero di poter utilizzare i resti e l’area dell’antica Pieve per edificarvi il loro Oratorio. Cosi', ancora con l’aiuto dei Doria che furono sempre i loro protettori, nel 1660-1661 ricostruirono la chiesa, ad una sola navata mentre l’antica Pieve era a tre navate, e poi nei secoli continuarono ad abbellirla e restaurarla con cura ogni volta che se ne presentava la necessita'.
La vita della Confraternita prosegui' ordinata e fiorente per lungo tempo: vi si iscrissero molti dei principi Doria, conti di Loano , anche quando , imparentatisi con i Pamphili, si trasferirono a Roma. La Confraternita dei Turchini aveva fra i suoi iscritti soprattutto membri appartenenti ai ceti marinaresco e commerciale, in opposizione alla Confraternita di San Giovanni Battista (cappe bianche) alla quale si iscriveva soprattutto il ceto agricolo e i proprietari terrieri. Le due confraternite erano in gara fra loro sia nell’abbellire il proprio oratorio, sia nel fare processioni piu' solenni, sia nell’avere apparati piu' sontuosi , sia ancora nell’avere il maggior numero di iscritti, con una competizione che porto' talora a esagerazioni e non lievi contrasti. Attraverso i secoli varie furono le vicende storiche che coinvolsero Loano e le sue confraternite. Le truppe savoiarde, in guerra con la Repubblica di Genova, invasero Loano nella seconda meta' del seicento, sebbene, come feudo dei Doria, la citta' fosse neutrale. Gli spagnoli, che la occuparono per piu' di un anno intorno al 1745, la usarono come sede militare, deturpandola come spesso accade in situazioni simili. Le truppe francesi che invasero il Regno di Sardegna, dopo avere occupato la valle di Oneglia giunsero a Loano , feudo imperiale che nel 1736 Carlo VI d’Austria aveva tolto ai Doria per cederlo ai Savoia, e, a partire dal 1794, la occuparono. Dopo la battaglia di Loano, ricordata nell’elenco delle vittorie napoleoniche inciso sotto l’Arc de Trionphe a Parigi, la nostra citta' resto in mano ai francesi, sia pure con brevi intervalli fra il 1796 e il 1800, fino al 1813. La Repubblica Ligure prima (nel 1797-98) e napoleone poi (nel 1810) soppressero le confraternite. I beni furono confiscati. Nel 1799 l’Oratorio dei Turchini fu ridotto a magazzino di legna, fieno e paglia per l’esercito francese. Nei momenti migliori servi' da deposito di viveri e medicinali per i feriti, quando i complessi religiosi di Monte Carmelo e il Castello Doria furono adibiti ad ospedali militari. Le confraternite restarono formalmente soppresse per anni anche dopo la fine del dominio francese.
In realta' e' tradizione che, seppure in segreto, la confraternita dei Turchini abbia continuato ad esistere e i confratelli abbiano continuato ad eleggere i superiori che la amministravano.

Alla morte di Napoleone le confraternite loanesi risorsero con maggior fervore e con novita', essendo nel frattempo mutato il modo di vivere comune. Ma tornarono anche le invidie, i torti reciproci e le ripicche dell’una verso l’altra , cosicché all’inizio del 1823 con decreto reale, Re Carlo Alberto le soppresse per motivi di ordine pubblico riunendole nell’unica Confraternita del SS. Sacramento e della Dottrina Cristiana con il titolo di San Giuseppe Colasanzio e sotto la protezione della Madonna della Visitazione. Dal colore della nova cappa la confraternita fu detta dei “Neri”. Il 13 dicembre 1823 un comitato presento' al Vescovo Mons. Carmine Cordiviola la richiesta di ricostituzione ma nulla successe perché non era stato il vescovo a decretarne la chiusura, ma l’autorita' pubblica. Fu finalmente nel 1834 che con Decreto Reale in data 15 luglio, re Carlo Alberto ne permise la rifondazione con la clausola che le confraternite dovevano ritenersi fondate ex novo a partire dalla data del decreto. Da allora in poi nessuna avrebbe potuto vantare diritti particolari di anzianita' e percio' di precedenza rispetto all’altra. Si sperava di troncare in tal modo i motivi di attrito che avevano portato alla soppressione. Da allora in poi, anche per l’accordo intervenuto riguardo alla precedenza nelle processioni, che porto' ad una alternanza del primo posto, la vita delle confraternite prosegui' tranquilla, nella cura assidua dei rispettivi oratori. L’oratorio dei Turchini fu cosi' restaurato radicalmente nel 1851 e poi di nuovo dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni subiti durante il conflitto.


fonte: http://www.confraternitacappeturchine.it

Alcune foto scattate dal sottoscritto:

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