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Posts written by Tursiops

view post Posted: 14/8/2008, 09:20 Loano, 10 mila luci nella notte di Ferragosto - FESTE e TRADIZIONI
Loano. La sera di Ferragosto, a Loano, in riva al mare, si accenderanno le “10.000 luci nella notte”. Venerdì 15 agosto, a partire dalle ore 21, oltre trenta imbarcazioni illuminate partiranno dal porto per raggiungere il litorale loanese e diecimila lumini variopinti saranno posati in mare. L’illuminazione del mare e la processione delle barche illuminate nasce agli inizi del XX secolo, allorché i pescatori ed i marinai loanesi rendevano omaggio alla Madonna della Visitazione, protettrice del mare e dei marinai. La manifestazione ha rappresentato per decenni una tradizione, un rito che affondava le sue radici nell’antica cultura marinara loanese.

Loano era infatti un borgo di marinai e pescatori. I naviganti lasciavano per mesi la famiglia e facevano rotta verso i mari lontani, sulla spiaggia di Loano i cantieri navali costruivano e varavano velieri, pinchi e leudi. Il golfo era un porto naturale, e verso la fine del ‘700, in periodi meteorologici favorevoli, si contavano più di cento velieri in attesa di scaricare il loro carico.

Nel dopoguerra, con l’avvento del turismo, l’economia iniziò a cambiare ed anche le iniziative tradizionali si trasformarono, acquisendo nuovi significati.
Le famiglie dei pescatori e marinai arricchirono la festa dell’illuminazione del mare con elementi scenografici. Iniziarono a decorare le loro imbarcazioni con luci che disegnavano immagini di mare, di pesca e di fede e dopo aver varato le barche si recavano in processione sul relitto del piroscafo “San Guglielmo” silurato ed affondato durante la prima guerra mondiale. Qui recitavano con grande solennità la preghiera del marinaio e un sacerdote benediva il mare ed i marinai. Le barche illuminate riprendevano la processione lungo il litorale di Loano e terminata la cerimonia i pescatori tiravano in secca sulla spiaggia le barche e si preparavano per un’altra giornata di lavoro in mare.

Dopo circa mezzo secolo, nel 2002, la Confraternita delle Cappe Turchine, grazie alla collaborazione dell’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano, dei pescatori loanesi, dell’Ufficio Locale Marittimo, del Porto di Loano, dell’Associazione Bagni Marini e dell’Associazione Maina de Loa ha riproposto la tradizionale Illuminazione del Mare.

Anche quest’anno i sub poseranno sul relitto del San Guglielmo una corona di fiori e dalla spiaggia saranno messe in mare 10.000 candele colorate. Ogni candela accesa rappresenta una preghiera e un messaggio di buon auspicio. Sul lungomare la serata sarà accompagnata dalle note musicali del quartetto Smilelöa, che, dalle ore 21.00, nello Spazio Culturale Orto Maccagli sul Lungomare, intratterrà il pubblico con i più classici standard jazz.

fonte: http://www.ivg.it
view post Posted: 11/8/2008, 09:46 Borghetto Santo Spirito (SV) - ALTRE ZONE
Il territorio di Borghetto Santo Spirito è situato alle falde del monte Piccaro (281 m) , ed intersecato dal Varatella , torrente dal corso rapido e molto pericoloso nelle sue piene. Purtroppo non vi sono dati diretti che riguardano la pianura e la costa borghettina nel periodo preistorico ; le scoperte effettuate dagli studiosi sono riconducibili ai nostri antenati dell’interno della Val Varatella, anche se non si può escludere che si tratti dei primi borghettini.

Le prime attestazioni certe sul nostro territorio sono riferibili all’età romana. Il ritrovamento tra l’8 e il 9 gennaio del 1871 di una piccola ara in pietra grigia durante la costruzione del castello dell’ingegner Borelli in stile gotico-ligustico sul Capo d’Anzio. Tale cippo , attualmente conservato a Genova nei depositi della Soprintendenza Archeologica in attesa di un suo possibile ritorno al luogo di origine , reca incisa un’iscrizione votiva dedicata alle Dee Matrone : “Matronis P. Didius Cai II Nicus V.S.L.L.”e poiché le Dee matrone erano presso i Liguri e nell’alta Italia deità tutelari , al pari dei Lari e dei Penati presso i Romani, questa iscrizione starebbe ad attestare che Didio fosse un Ligure e non un Romano. Presso l’ara di Didio Callinicus sarebbero venuti alla luce brani di un’antica costruzione interpretabile come sacello romano. Ad attestare la datazione della struttura all’età romana concorrerebbe il ritrovamento in area circostante l’epigrafe di tegoloni romani , frammenti di anfore e di vasi di vetro , e di alcune monete d’argento e di rame degli imperatori Vespasiano , Adriano , Antonino Pio e Marco Aurelio e dell’imperatrice Faustina. Benché le condizioni ambientali e geografiche rendessero difficile tracciare strade regolari e di notevoli dimensioni in alcune parti della Liguria, è certo che alcune vie già preesistevano all’opera romana. I Romani quando affrontarono il problema della viabilità ligure si trovarono di fronte ad un gran numero di itinerari , che i Liguri avevano tracciato per i loro commerci e le comunicazioni. Dalle fonti letterarie si apprende l’esistenza di una via litoranea antichissima , già in uso prima dell’avvento dei Romani ; sicuramente per completare questo percorso costiero , i Liguri avevano approntato una rete viaria interna per gli scambi commerciali con i popoli dell’entroterra e d’oltralpe.
Le strade sono state fin dall’antichità necessari collegamenti per gli scambi culturali e commerciali fra le tribù , per far convergere velocemente sui luoghi di battaglia gli eserciti liguri e romani , nonché per la diffusione del Cristianesimo.

Di particolare importanza per la Liguria è la costruzione della via Iulia Augusta che partendo da Piacenza , seguiva fino a Tortona il percorso dell’antica via Postumia ; da Tortona , passando per Acqui, giungeva a Vada Sabatia (Vado Ligure), e di qui, lungo la riviera di ponente , giungeva a Ventimiglia da dove , abbandonando la costa saliva a la Turbie e a Cimiez ; poi superato il Varo , giungeva fino ad Arles. Testimonianza del passaggio della via Iulia Augusta fra Borghetto Santo Spirito e Loano sono i resti del “pontasso”; costruito su corsi d’acqua di scarsa portata al fine di rendere percorribile la via in qualunque periodo dell’anno; costruito sul corso del Rio Casazze (o Rio Fine) , il “pontasso” , conserva le rampe di accesso , i resti dei muri di sostegno delle rampe e alcuni tratti dei corsi regolari sovrapposti in blocchetti di pietra , parti del rivestimento esterno . L’arco è interrato quasi completamente e si trova sotto l’attuale piano stradale

La posizione del territorio di Borghetto è sicuramente importante non solo per i traffici costieri , ma anche per i collegamenti tra la Riviera e il basso Piemonte. Antichissimo , forse tracciato dai primi liguri primitivi , è il percorso della strada della valle Varatella , che ha favorito gli scambi commerciali fin dall’epoca romana ; attraverso questa strada , in funzione della sua posizione di sbocco al mare dell’alta val Bormida e dei territori di Balestrino la gente di Borghetto ha potuto mantenere i contatti con le popolazioni dell’interno ed esercitare piccoli commerci mercantili anche in epoca alto medievale. Per la stessa “antica strada della valle” i monaci benedettini del monastero di San Pietro dei Monti , la cui fondazione si ascrive al periodo carolingio , avevano diffuso nei loro vasti possedimenti territoriali , fino al mare , le loro conoscenze rurali e l’insegnamento della regola del loro ordine monastico. Nell’801 Carlo Magno , fondatore dell’impero carolingio , ampliò le dotazioni ed i beni del Monastero, secondo quanto ricordato nel Chronicon veteris monasterii S. Petri de Varatella , cronaca relativa alla sua fondazione , tardo medievale , unico documento noto per quest’epoca , l’imperatore assegnò ai monaci - trecento iugeri presso il lido del mare tra i due monti che sono chiamati Capo d’Anzio - e poiché questo tratto di terreno è compreso tra capo Santo Spirito e la Caprazoppa che in antico avevano lo stesso nome , probabilmente nella donazione sono incluse terre della zona di Borghetto dove in origine c’erano solo case sparse.

Sul capo d’Anzio esisteva una chiesa con annesso ospedale dedicati allo Spirito Santo; le storie patrie riferiscono la sua probabile fondazione ad opera dei Frati Ospedalieri di Roma l’11 marzo 1154 ; il titolo di Santo Spirito attribuito all’ospizio di capo d’Anzio diede anche il nome alla Universitas Burgeti. L’Ospizio passa tra il XII e il XIII secolo ai Benedettini di San Pietro in Varatella. Le terre alla foce del torrente Varatella erano acquitrinose e malsane per la presenza di paludi e ristagni d’acqua provocati dallo straripamento dei torrenti in una zona pianeggiante.

Un contratto del 1254 ci permette di rilevare , seppur con non assoluta precisione e in maniera indiretta dato che Borghetto Santo Spirito in quell’anno non esisteva ancora , dati sui confini territoriali. Tale documento riguarda un atto di vendita di un terreno situato in località Braia di Capo d’Anzo per il prezzo di venti lire di genovini da parte di Jacobo Roncario de Ripa e dei suoi congiunti a Guglielmo Masino di Toirano alla presenza del notaro Oddone Ferrario . Il termine Braida o Braia è di derivazione molto antica e significa agro suburbano , ossia una proprietà agraria a disposizione degli abitanti di una comunità agricola. Il toponimo Braia di Cadanzo è conservato nella versione attuale ed è localizzabile alle falde del monte Piccaro in prossimità della linea di confine tra i comuni di Borghetto e di Ceriale ; il toponimo de Ripa , luogo di origine del venditore del terreno , corrisponde all’attuale Riva situata nell’omonimo rio a mezza strada circa tra Borghetto e Toirano .

Il 15 aprile 1260 vengono acquistate le terre dove verrà costruito Borghetto ; come si rileva da un antico documento d’archivio , fu stipulato un atto di compravendita nella pianura di Albenga presso il rivo Antognano , davanti a Guglielmo di Coasco , notaio del Sacro Impero ; il comune acquista da proprietari della vicina Patarello ampi appezzamenti di terreno nella zona di pianura situata ad est di capo d’Anzio e precisamente terreni estesi dal giogo di Toirano fino al mare a ridosso del torrente Varatella “e dal torrente di Toirano fino alla chiesa di Capo d’Anzio , e che si trovano in quelle vicinanze , o fuori , in tutto il territorio , possedimento e distretto di Albenga”; con questo atto viene approvato il progetto di costruzione ai fini di opporre una sentinella avanzata alla foce del Varatella a controllo del territorio di Toirano conteso tra il comune di Albenga e il suo vescovo.

In un capitolo degli Statuti Comunali di Albenga del 1288 , si inquadra la deliberazione del Comune di Albenga relativa alla costruzione di una villa presso Capo d’Anzio. “ De faciendo villam unam apud caput Dancium”: In nome di Dio Onnipotente , Padre , Figlio e Spirito Santo , della Vergine Maria e di tutti i Santi , ed in onore dei signori capitani del comune e del popolo Genovese , e per la pace , la tranquillità e il potere del comune di Albenga , il magistrato di Albenga sia tenuto a far costruire entro due mesi dall’inizio della sua amministrazione , una villa presso la costa di capo d’Anzio verso Toirano o altrove nel territorio comunale , dove sembrerà meglio al podestà di Albenga in quella zona , secondo il parere dei quattro uomini eletti a questo fine dal consiglio di Albenga.

In questa villa siano obbligati a venire ad abitare tutti gli uomini cittadini di Toirano , e designato il sito della villa stessa , il magistrato di Albenga sia tenuto ad andare in detta villa con gli uomini della città di Albenga e del distretto , per fornire o trasportare il legname e le pietre necessarie alla costruzione delle case di detta villa. E il predetto magistrato obblighi i predetti cittadini a costruire e a fare le case in detta villa entro la prossima festa di san Michele , in modo che possano stare ed abitare in quelle case con la famiglia gli abitanti e coloro che abbiano ricevuto il suolo. E tutti gli abitanti e i singoli si difendano e siano difesi e protetti dal comune e dal magistrato del comune di Albenga ; e il magistrato di Albenga sia tenuto in buona fede e con tutto il suo potere a provvedere a tutte le cose e a tutte le altre necessarie per l’utile di detta villa. E se qualche altra persona dirà deliberando in consiglio , o proporrà davanti al magistrato di non costruire detta villa , o una volta costruita di distruggerla o evacuarla , paghi al comune una multa di 50 lire genovesi , e sia rimosso dal consiglio di Albenga e privato per sempre di qualsiasi carica. Se non potrà pagare questa multa , sia esiliato , e non possa essere richiamato dall’esilio se non avrà pagato prima al comune detta multa.

Inoltre il podestà di Albenga sia tenuto ad ispezionare detta villa tre volte all’anno ogni quattro mesi , e a vedere che cosa vi sarà da fare , e a farlo fare dagli abitanti di detta villa secondo il suo potere.

Inoltre il podestà sia tenuto ad informarsi come meglio potrà , se gli abitanti di detta villa vi risiedano , come devono e se vi tengano le vettovaglie; e se troverà che qualcuno contravviene , esiga dal contravventore ogni volta una multa di 20 soldi genovesi , ed inoltre lo costringa ad abitare con la famiglia in detta villa e a portarvi i cibi e tenerveli. Il magistrato non possa proporre alcuna modifica a questa disposizione davanti al consiglio , sotto pena di un’ammenda di 100 lire genovesi. E ogni volta che saranno fatte domande o proposte su detta villa o per tutto ciò che la riguarda , il magistrato di Albenga sia tenuto a far leggere questo capitolo nel consiglio generale prima che qualcuno si pronunci. E se le terre in cui saranno stati fissati i sedimi delle case di detta villa e le altre cose necessarie ala villa stessa fossero di proprietà privata , lo stesso proprietario sia tenuto a venderla al comune di Albenga, secondo l’arbitrio dei quattro uomini e del podestà. E il magistrato sia tenuto a far pagare al proprietario della terra il prezzo relativo al comune di Albenga”.

Il paese conosciuto in principio come villa di capo d’Anzio, poi borgo nuovo assume il nome di burgus Sancti Spiritus il 23 gennaio del 1292 come si rileva da un’annotazione posta al termine dell’indice degli Statuti del 1288 : Nomen burgi novi ripe Toyrani est de voluntate consilii facti M°CC°LXXXXII° die XXIII ianuarii Burgus Sancti Spiritus L’impegno di costruire una villa presso capo d’Anzio su terreni acquistati da proprietari della vicina Patarello venne completamente realizzato nel 1297 con una spesa da parte del comune di Albenga di 340 lire genovesi , somma necessaria a rifondere la famiglia Moruelli per la vendita delle terre; la testimonianza si ricava da una pergamena conservata nell’archivio di Albenga, datata 20 febbraio 1297, relativa ad una operazione di prestito tra Porco Cepolla , procuratore del comune di Albenga ed un certo Vetulo Enrico di Massimino che concedeva il denaro per risarcire i Moruelli.

Il 2 dicembre 1310 viene costruito il paramuro di Borghetto per una specifica funzione difensiva , come si rileva da un documento d’archivio nel quale il Podestà di Albenga Bernabò Grimaldi , con il consenso e l’autorità del Consiglio , in nome della città di Albenga , si riconosce debitore verso un tale Oddone Cepolla fu Robaudo di 25 lire di Genova , parte delle quali necessarie all’acquisto della calce utile alla costruzione del paramuro “ necessariam ad opus paramurum Burgeti Sancti Spiritus”

Nel 1326 Borghetto risulta avere 111 fuochi. La nuova “Villa” di Borghetto cominciò praticamente la sua nuova vita civica all’inizio del Trecento. Borgo progettato da esperti e realizzato in base a precise indicazioni urbanistiche come propaggine del comune di Albenga e a sua volta legato alla potenza di Genova , aveva pianta rettangolare , con la trama delle vie principali longitudinali intersecate da altre trasversali minori; dotato di quattro porte : il “portello “ o “portino” della marina, munito di torre, ma non transitabile con i carri, prospiciente lo “zerbo comunalis” (ampio spazio sabbioso che si stendeva per oltre cento metri dalle mura fino al mare) , la porta di levante o di Loano, detta anche “porta del verzario” che si apriva sugli orti e sui giardini vicini alle mura, la porta di Toirano (in cima all’attuale via Diaz) e, infine la porta occidentale verso Ceriale, unica testimonianza della lunga storia di questo borgo. Le porte della Marina e quella di Loano furono abbattute dai genieri dell’Armata francese rivoluzionaria che nel 1794 aveva occupato la riviera di ponente e il territorio di Borghetto, in vista della battaglia di Loano ; la porta di Toirano scomparve nella seconda metà dell’Ottocento per decreto del Consiglio comunale.

Nella nuova “villa” viene costruita sul finire del 1200 ( nel 1621 venne iniziata la ricostruzione della chiesa e compiuta nel 1628 come racconta il “Giardinello”, opera manoscritta del Seicento che descrive la nostra Diocesi), nel medesimo spazio in cui troviamo quella attuale, la prima chiesa parrocchiale, dedicata a San Matteo.

Nel 1409 il Comune di Albenga emana una norma sulla fortificazione della torre di Borghetto e sulla necessità di farci un solaio. Del 1537 è un’annotazione del vescovo annalista e corografo genovese, Monsignor Agostino Giustiniani, durante il suo minuzioso viaggio lungo la Riviera “Et in spacio di cinque miglia vi è Cerrià con cento foghi……………e più a levante che il Cerrià un miglio il Borghetto murato con centocinquanta foghi e sopra due miglia la villa di Patarè (Patarello) con dieci foghi”. Un resoconto di visita di un capitano della Serenissima Repubblica del 1588 sottolinea dimensioni e ruolo difensivo del Borgo di S. Spirito : “il Borghetto è un luogo paramurato e le sue difese misurano cento metri dal lato del mare, settantacinque a levante e qualcosa di meno a ponente: Vi si trova anche una torre quadrangolare (l’attuale Casa Rossa) alta dieci metri …”.

La via per l’indipendenza fu lunga e faticosa, segnata da continue dispute e controversie con la città di Albenga, che esercitava direttamente il potere sia civile sia economico; per secoli Albenga si era dimostrata sempre decisamente contraria, per motivi di sicurezza a qualsiasi espansione edilizia fuori delle mura , ma verso la fine del Cinquecento l’autorizzazione allo spostamento dell’antico Ospitale di Santo Spirito (successivamente sede del Municipio dal 1797 al 1917) per viandanti e pellegrini che si trovava su Capo d’Anzo (successivamente chiamato Capo Santo Spirito) vicino alle mura del paese nell’attuale Via Cavour, segna l’inizio dell’espansione a ponente.

Nel Seicento Borghetto potenziò e migliorò le proprie strutture urbane, intraprese il graduale processo di bonifica della pianura locale, per secoli paludosa che si estendeva verso il mare e verso Loano ed organizzò attività marinare che apportarono ulteriori benefici all'economia del paese.

Nel corso del XVII e del XVIII secolo sono da registrare eventi di rilievo per la storia di Borghetto : incursioni dal mare , pestilenze, calamità naturali, guerre e danni conseguenti all’occupazione militare.

Nella notte del 2 luglio 1637 Borghetto Santo Spirito fu assalito dai pirati barbareschi, provenienti dalla Tunisia e dall’Algeria, ma il paese protetto dalle mura di cinta , si difese strenuamente e respinse il feroce nemico (la tradizione attribuisce lo scampato pericolo alla protezione della Madonna della Guardia).La Battaglia di Loano (23-29 novembre1795) fu la prima nella storia militare che si svolse su una linea trincerata di ben quaranta chilometri dal mare, ovvero da Borghetto Santo Spirito a Garessio , una linea strategica molto importante detta “linea di Borghetto”. Con l’avvento dei Francesi (è del 13 ottobre 1794 una delibera del Console e del Consiglio degli anziani della Comunità di Borghetto che assegna gli alloggi per la truppa e gli ufficiali) che combatterono sui monti alle spalle del paese finì la storia autonoma dello Stato regionale di Genova a cui seguì dal 1797 la nascita della democratica Repubblica Ligure. Nel 1797 (a quella data Borghetto contava 567 abitanti) l’Ospizio - infermeria di Santo Spirito nell’attuale via Cavour, divenne la prima sede del libero Comune di Borghetto Santo Spirito e tale rimase sia durante il passaggio nel Dipartimento di Montenotte, circoscrizione di Porto Maurizio, sotto l’impero di Francia (1806-1814) che sotto il Regno di Sardegna, quindi quello d’Italia. Nel 1872 un evento storico : la ferrovia rompe l’isolamento nel quale è sempre vissuta la Riviera di Ponente.

Per tutto il Novecento si è verificata, in Borghetto, una progressiva crescita demografica. In particolare, dagli anni cinquanta ad oggi, la notevole espansione edilizia e quindi territoriale ha reso necessaria la costruzione di stabilimenti balneari, strutture sportive e centri commerciali.

Varie iniziative di intrattenimento e spettacolo, insieme con i paesaggi collinari ed i percorsi storici della “Val Varatella” fanno di Borghetto Santo Spirito un gradevole e suggestivo luogo turistico estivo ed invernale. A cura di Giangiacomo Viara del forum culturale

fonte: http://www.comuneborghetto.it

Alcune foto scattate dal sottoscritto:

Castello Borelli
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Chiesetta tra Toirano e Borghetto s.s.
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IL PERCORSO DELL’ENTROTERRA




Al termine interno della pianura si stagliano le strutture dell'autostrada (col grande viadotto che attraversa la valle del Varatella) e si chiude il semicerchio delle montagne, dal Piccaro al Monte Acuto, dal confine occidentale, fino allo Scravaion, alla rocciosa Rocca Barbena, al Giogo di Toirano, al Monte Ravinet e al Monte Carmo. E poi i paesi che punteggiano le pendici delle colline - Toirano, Balestrino, Carpe, Boissano e gli altri, più interni, fino alle morbide campagne dell'oltregiogo, nell'alta Val Bormida.

Una particolarità di Borghetto è la sua posizione di capolinea marittimo di un’importante direttrice tra la riviera e il basso Piemonte. La strada che segue il corso del Varatella è certamente un percorso antichissimo, forse aperto dagli stessi liguri primitivi e poi ripreso ed ampliato al tempo della colonizzazione romana. Il luogo di valico era, come oggi, il Giogo di Toirano e di qui esisteva anche un collegamento per il passo dello Scravaion e quindi all'alta valle del Tanaro attraverso il colle di San Bernardo di Garessio e la via proveniente da Albenga e dalla valle del Neva. L'itinerario attuale ha una direzione principale fino a Bardineto e Calizzano, dove arriva la strada del Melogno e si dipartono le trasversali per i centri piemontesi (al bivio di Bardineto si collega anche la strada dello Scravaion, dalla valle del Neva), mentre, all'altezza di Toirano altre vie conducono da un lato a Balestrino, Castelvecchio di Rocca Barbena e quindi alla statale per Garessio, e, dall'altro, ridiscendono a Boissano e Loano.

La Borghetto-Bardineto (n. 60 nella rete delle provinciali savonesi) è lunga 23 chilometri, sale fino al Giogo, a 807 metri di quota, e conduce alla testata della Val Bormida, in un suggestivo percorso, aperto nella difficile, rupestre natura del versante marittimo, così ricca d’interessi geologici e di richiami storici, e quindi disteso tra le campagne ed i boschi appenninici. L'immediato entroterra di Borghetto, specie oltre Toirano, è un'altra singolare caratteristica di questo territorio, per cui si passa in brevissimo tempo dalla visione della riviera e delle sue affollate prospettive al severo e incontaminato silenzio della valle. Le montagne sono scavate dalla millenaria erosione delle acque, butterate dall'età, illuminate da insolite luci varianti nel gioco dei giorni e delle stagioni: lo scenario è pieno di riferimenti e d’indicazioni che bisogna scoprire. Il Santuario dedicato all'Apostolo Pietro, il Salto del Lupo, le pendici carsiche del Poggio Alzabecchi, il rustico abitato di Carpe, schierato lungo la strada, i nomi delle cavità naturali, oltre quelle più famose della Básura e di Santa Lucia: come la «tana dell'arma mora», la «tana delle gore» (che sarebbero le cornacchie), la «arma da spelunca», la «tana sgarbá» e tante altre che rievocano episodi, fantasie e leggende antichissime. E poi il «buco del Buranco», direttissima per l'Inferno, secondo la tradizione popolare; la «pietra del gallo» (il gallo di San Pietro) e i fiori spontanei che nascono sulle vette.
Le pareti di roccia nascondono lunghi cunicoli sotterranei ancora inesplorati. Si racconta, tra l'altro, di un esperimento attuato con l’involontaria e poco entusiastica partecipazione di un gatto. Il quale, con un nastrino colorato al collo, era stato introdotto nella grotta di Santa Lucia e là abbandonato proprio nel tentativo di fargli trovare una nuova via d'uscita. Dopo un bel po' di tempo il medesimo gatto, vittima designata della scienza speleologica, uscì fuori sulle colline di Pietra Ligure, a distanza di cinque chilometri, verso oriente, dal luogo di Toirano, confermando che i gatti sono diabolici nell'orientarsi anche nelle tenebre e che questi colli rivieraschi sono pieni di buchi, come un famoso formaggio.

Attraverso la valle e la strada del Varatella la gente di Borghetto, fin dall'alto Medioevo, ha potuto mantenere i contatti con l'entroterra ed esercitare piccoli traffici mercantili. Per la stessa via i monaci dell'Abbazia di San Pietro dei Monti, avevano diffuso nelle borgate, fino al mare, le loro conoscenze civili e rurali, perpetuando l'insegnamento dell'« ora et labora » della regola benedettina e riaffermando le primitive benemerenze dell’ordine monastico stabilito, dai tempi più lontani, in varie parti della Liguria e fiorito nella Diocesi albenganese con le Abbazie di San Martino dell'Isola Gallinara e con quella, appunto, di San Pietro di Varatella che dovrebbe essere stata consacrata nel 406 dal bavarese Desiderio, vescovo di Langres, e comunque storicamente esistente all'epoca di Carlo Magno. Nell'anno 801, infatti, il fondatore dell'impero carolingio ampliò le dotazioni ed i beni del Monastero, sotto la protezione del vescovo d’Albenga, e « diede benefici incalcolabili alla regione circostante poiché qui, come altrove, i monaci benedettini erano gli araldi principali della civiltà e dell'istruzione. Si dice che insegnassero ai contadini i principi dell'agricoltura, che introducessero l'albero d'ulivo e il segreto della produzione del buon olio; che insegnassero la migliore maniera di coltivare la vite ed incoraggiassero gli studi in ogni disciplina »

Dell'importanza dell'Abbazia e della sua vasta giurisdizione territoriale è anche testimonianza in un successivo documento, del 1076, secondo il quale il vescovo ingauno Diodato confermava la donazione dei borghi di Conscente, Caliciana (Calizzano), Bardineto, Toirano, Loano e Borgio. Borghetto doveva ancora nascere, ma esisteva già, invece, il convento di Santo Spirito sullo sperone di Capo d'Anzio.
Oltre le case di Carpe e il Giogo con il superbo belvedere sul panorama della pianura e del mare si discende tra i castagneti e le praterie di Bardineto e Calizzano, attrezzate sedi di villeggiatura montana.

Da Bardineto e Calizzano due direttrici ancora liguri: o il Colle dello Scravaíon per ricollegarsi alla via d’Albenga, o le foreste del Colle del Melogno e la discesa su Tovo San Giacomo, e Pietra Ligure. Rimanendo più vicini alla pianura, sul percorso a mezza costa che segna le pendici meridionali del Monte Ravinet e del Monte Carmo, si va da Toirano a Boissano (con i suoi richiami artistici, le case mediterranee, l'escursione al Santuario di San Pietrino e, oltre, verso le altitudini dell’antichissima Abbazia di San Pietro ai Monti) e quindi si scende alla pianura loanese, compiendo l'altro « anello » ad oriente di Borghetto. Ogni paese conserva pregevoli caratteristiche naturali ed urbane: boschi e campagne, piccoli corsi d'acqua, spalliere rocciose di monti, chiese, antichi ponti e castelli, vicoli, porticati, case rurali. L'orgoglioso silenzio di una regione austera e solitaria e, insieme, la cordialità ospitale della gente; la bellezza un poco inespressa delle valli piene d’ombra e le osterie con il gioco da bocce e il pergolato e i tavoli di legno, dove servono ravioli, coniglio e lumache, e sturano le bottiglie di nostralino, tirate fuori, delicatamente, dalla nascosta cantina. Anche questo fondale vicino e vivace fa parte del quadro. Borghetto può essere visto e ricordato nelle apparenze più moderne della sua pianura-città ed anche dei suoi bellissimi dintorni, dove i colori delle stagioni illuminano un paesaggio quasi immutabile, maturato nel tempo e ravvivato dal lavoro degli uomini. L'invito a percorrere gli itinerari interni, o a compiere esperienze nautiche con brevi navigazioni costiere, è fatto per sollecitare una conoscenza più profonda e particolareggiata; cosi come rileggere brevemente la storia del paese può valere quale indispensabile premessa per comprendere meglio i tempi presenti e il carattere della gente e le fatiche di una lunga conquista umana. Per mettere insieme immagini e contorni globali, il passato scolorito e le presenze simultanee ed ineguagliabili del piccolo mondo d’oggi: le memorie dei marinai che appendevano i loro ex-voto nell'Oratorio di San Giuseppe, i «cianta coi» alle prese con la bonifica della terra, i pirati, i monaci e i guerrieri, il grigio argento degli uliveti, le comunità della valle e dei monti, gli scafi tirati in secco sulla riva e le testimonianze delle nuove imprese di una nuova città.

Molteplici anche le possibilità di scoprire le strade e paesi pittoreschi dell’entroterra o di vagabondare su quegli itinerari facili e interessanti che sono una pregevole sorpresa di Borghetto Santo Spirito.

fonte: http://www.comuneborghetto.it
view post Posted: 11/8/2008, 09:30 Le Grotte di Toirano (SV) - ALTRE ZONE
Storia e scienza delle grotte
Approfondimenti scientifici sulle grotte di Toirano

GROTTA DELLA BÀSURA (grotta della strega)

La grotta della Bàsura, nota sin dal secolo scorso per le esplorazioni dello studioso don Nicolò Morelli Canonico di Pietra Ligure, è sicuramente la più spettacolare. Nel 1950, alcune persone di Toirano appassionate di speleologia scoprirono una serie di sale interne che seguono un percorso di circa 450 metri, meravigliose per la ricchezza e la varietà di concrezioni naturali.

Nella grotta trovò rifugio per millenni l'orso delle caverne (Ursus spelaeus), che vi si recava per trascorrervi il letargo; la sua presenza è attestata da un gran numero di resti ossei, da impronte di zampe sul suolo e dalle tracce di unghiate sulle pareti.

Di particolare interesse sono le testimonianze riferibili all'uomo preistorico, recentemente datate a circa 12.000-12.500 anni fa; si tratta di impronte di piedi, mani e ginocchia e, nella "sala dei misteri", di numerose palline d'argilla attaccate alla parete contro la quale furono scagliate, probabilmente con significato rituale. Queste tracce sono riferibili a uomini del Paleolitico superiore, cacciatori-raccoglitori che frequentavano la regione e utilizzavano questa grotta non come abitazione ma probabilmente per scopi rituali.

Nel 1960 gli scopritori abbatterono l'ultimo diaframma calcareo e scoprirono la sala terminale della Grotta della Bàsura. Da qui il percorso prosegue scavato in una grandiosa colata di alabastro, all'interno di imponenti ambienti ricchi di concrezioni mammellonari ("antro di Cibele").

GROTTA DEL COLOMBO, DI SANTA LUCIA SUPERIORE ED INFERIORE.

GROTTA DEL COLOMBO

La grotta del Colombo si apre alcune decine di metri più in alto della grotta della Bàsura e di quelle di Santa Lucia. È un’ampia galleria lunga 50 metri, con una sala laterale di notevoli dimensioni. Questa cavità è di grande interesse preistorico, ed infatti fu scavata a più riprese a partire dalla fine dell’800. Dagli scavi provengono testimonianze di numerose fasi di occupazione umana a partire da circa 300.000 anni fa.

Gli antichi abitanti di questa grotta (probabilmente Homo heidelbergensis) realizzavano i loro strumenti con pietra raccolta nella zona, in particolare nell’alveo del Varatella. Gli studi attualmente in corso stanno portando notevoli contributi alla conoscenza dell’antico ambiente ed all’influenza di questo sui comportamenti delle popolazioni preistoriche. Vista l’unicità delle testimonianze archeologiche, questa grotta non è normalmente aperta al pubblico.

Per un approfondimento sugli scavi archeologici della grotta del Colombo, clicca qui.

GROTTA DI SANTA LUCIA SUPERIORE

L’ingresso della grotta di Santa Lucia Superiore si trova pochi metri più in alto di Santa Lucia Inferiore. Nota sin dal Medioevo, ospita nella parte anteriore un Santuario risalente ai secoli XV e XVI. Dietro l’altare, la cavità si estende con un corridoio rettilineo lungo circa 240 metri, sulle cui pareti vi sono numerose iscrizioni lasciate dai pellegrini fin dai primi secoli di vita del Santuario.

Scavi archeologici effettuati intorno al 1960 nella zona retrostante l’altare, a circa 40 metri dall’ingresso, hanno restituito attrezzi in pietra attribuiti alla cultura musteriana e realizzati da uomini di Neandertal durante l’ultimo periodo glaciale, tra circa 80.000 e 40.000 anni fa.
Recenti studi lasciano supporre che gli strati più profondi messi in luce possano essere ancora più antichi, fino a 200-250.000 anni fa.
In questo caso il primo frequentatore della Grotta sarebbe stato l'Homo sapiens arcaico, detto anche Homo heidelbergensis.

GROTTA DI SANTA LUCIA INFERIORE

Formazioni di sottili cristalli di aragonite, in curiose disposizioni a "fiore", ricoprono le pareti. Alcune delle sale sono molto ampie e vi si trovano enormi stalattiti, anch'esse ricoperte da cristalli di aragonite.

Oggi è possibile accedere a questi ambienti dal fondo della grotta della Bàsura attraverso un traforo artificiale lungo 120 metri. Così la grotta di Santa Lucia Inferiore costituisce l’uscita del percorso turistico che conduce all'aperto sull’altro lato della montagna.


fonte: http://www.toiranogrotte.it/grotte/index_grotte.html
view post Posted: 11/8/2008, 09:27 Toirano (SV) - ALTRE ZONE
Il Comune di Toirano, a circa 3 km. dal mare, oggi ha una popolazione intorno ai 2000 abitanti. La posizione geografica e il complesso delle condizioni naturali hanno consentito l'insediamento umano nel territorio della Val Varatella fino dalla lontana preistoria. Dall'età della pietra le tracce del passato di Toirano proseguono fino all'età romana, all'epoca bizantina e, quindi, al Medioevo in una continuità storica che ha riscontrato soltanto in pochi altri centri. Già abitato in epoca romana, Toirano divenne nel VI sec. d.C. un centro fortificato bizantino alla confluenza dei due torrenti Varatella e Barescione, dal cui nucleo probabilmente si sviluppò il borgo medievale, dominio del Vescovo di Albenga, che vi mantenne la sua residenza estiva anche dopo il 1385, quando i diritti feudali di Toirano passarono definitavamente alla Repubblica di Genova. Circondato da mura, difeso da fossati, dal fiume e dalla cinta delle case-torri da ogni lato, il paese conserva ancor oggi due delle cinque porte d'accesso, case, portici e logge. Mentre delle torri medioevali rimane quella che è diventata il campanile della chiesa Parrocchiale di S.Martino.
Il ponte a tre arcate sul torrente Varatella è anch'esso di età medievale. A nord del paese sono visibili la chiesa e il campanile della Certosa, complesso iniziato alla fine del sec. XV dai monaci certosini, che abbandonarono l'abbazia sul monte S.Pietro in Varatella, fondata secondo la leggenda da Carlo Magno e dove, alla fine del 1200, erano succeduti ai Benedettini. Il convento della Certosa venne soppresso nel 1797 con l'arrivo delle truppe francesi durante la prima campagna napoleonica. La realtà economica del paese, che attualmente si è sviluppata in particolare nel settore terziario, conserva ancor oggi l'impronta della civiltà contadina che per secoli ha caratterizzato l'economia della valle. Il locale Museo Etnografico della Val Varatella è sorto allo scopo di documentare la vita contadina del posto. Da visitare le spettacolari grotte di Toirano, una meraviglia della natura, tanto da essere tra le dieci più belle grotte italiane. Tra luglio e agosto, a Toirano, si festeggia l'olio con una delle feste popolari liguri più sincere e partecipate dalla popolazione: la festa dei gumbi, che sono i frantoi nel dialetto locale. E' una festa dei toiranesi, certo, ma i turisti sono i benvenuti: anzi, ci sono famiglie che vengono ogni anno da tutta Italia proprio per partecipare ai gumbi, a stipulare un ideale gemellaggio fra le diverse terre dell'olio italiano. Durante la festa, ci si riunisce nelle cantine e nei frantoi e si mangia stufato di pecora, focaccini, ravioli di verdura, frittelle di mele, bevendo il buon vino nostrano.

TOIRANO E I SUOI ITINERARI TURISTICI.

IL CENTRO STORICO. Il borgo medioevale costituisce un interessante itinerario alla scoperta della storia di Toirano. Sulla piazza S.Martino si affaccia la Chiesa Parrocchiale costruita nel 1600. Il porticato laterale che si affaccia sulla piazzetta dell'Oratorio conserva colonne in pietra di Finale appartenenti all'antica Pieve. La torre campanaria, un tempo torre di difesa, presenta merlatura ghibellina ed è abbellita da un doppio ordine di trifore. Proseguendo nel vicolo di via G.B. Parodi, si incontra la loggia del Paraxo, residenza del Vescovo di Albenga che in questa sede esercitava la sua sovranità feudale su Toirano. Sul portone dell'ingresso si conserva un bassorilievo cinquecentesco in pietra nera con San Michele titolare della diocesi e le insegne del vescovo Leonardo Marchese. Girando a destra, subito dopo il Paraxo, si inizia il pittoresco percorso del Torracco, che costituiva il nucleo originario e fortificato del paese lungo il Varatella. E' un insieme antico e suggestivo, caratterizzato da mura in pietra, case torri, vicoli tortuosi, archivolti, porticati bassi e bui, ripide scale esterne. A metà del primo vicolo è possibile scendere, attraverso una delle antiche porte del borgo, la porta del Molino, verso il ponte medioevale, sul Varatella, costituito da tre arcate in pietra. I vicoli del Torracco sboccano nella piazza della Libertà, da dove si prosegue verso il ponte sul Barescione. Qui è possibile ammirare la decorosa architettura dell'Oratorio di S. Giuseppe, eretto nel 1716 per volontà del Capitano Giuseppe Polla, Il quale inoltre si preoccupò, con un benefico lascito, che Toirano avesse una scuola per l'istruzione gratuita della Gioventù, affidata agli Scolopi. Si scende quindi lungo la via intitolata a Giuseppe Polla, un vicolo stretto e suggestivo che si snoda lungo la cinta muraria del vecchio borgo, sormontato da tipici archetti. Un tempo a scopo difensivo, vi veniva incanalata l'acqua del torrente Barescione , per questo il vicolo è conosciuto come via dei Fossi. Superata una serie di arcate si raggiunge il Palazzo d'Aste, imponente costruzione che si affaccia da un lato sulla via dei Fossi, dall'altro sul vicolo principale. Fu abitato fino agli inizi del 1700 dalla famiglia D'Aste, che tenne in feudo Toirano per conto dei vescovi di Albenga e successivamente divenne la dimora dei Marchesi del Carretto scesi da Balestrino nel periodo finale della loro storia. Una rampa conduce al giardino del Palazzo, arricchito da superbi esemplari di piante secolari ed esotiche. Nei fondi del Palazzo, che si aprono proprio sulla via dei Fossi, dove una volta erano situate le scuderie, è stato recentemente creato il Museo Etnografico della Val Varatella, sapiente ricostruzione degli aspetti più caratteristici della civiltà contadina della valle Varatella dei secoli scorsi. Il Museo è organizzato in 10 sezioni, distribuite in quattro suggestive sale a volte ribassate che espongono più di 1000 pezzi autentici a compendio della vita e del lavoro dei Toiranesi.
LA CERTOSA E I MULINI. Sullo sfondo di S.Pietro si staglia un vecchio campanile che sorge dai ruderi di un grigio tetto a capanna: è quanto resta della Chiesa del Convento dei monaci di S. Bruno del XV° secolo. L'antico convento certosino è ormai in rovina. Si è conservata un'ala del chiostro e l'edificio è stato trasformato in abitazioni. Scendendo dalla Certosa verso il paese la via diventa ciottolata e conduce alla località chiamata Mulini, dove abbarbicati ad una parete rocciosa sul Varatella, sono conservati tutt'oggi, anche se adibiti ad altri usi, tre antichi mulini che sfruttavano nel passato l'unica fonte di energia disponibile, l'acqua. Un pittoresco ponticello scavalca il fiume e lungo la sua sponda destra è stata canalizzata l'acqua di un sorgente calda, tuttora attiva, che alimenta numerosi lavatoi, distribuiti nel paese, utilizzati ancora oggi dai Toiranesi per la limpidezza e il tepore dell'acqua.
S.PIETRO AL MONTE. L'itinerario che conduce a S. Pietro al Monte affonda le sue radici nella storia. Furono i frati della Certosa ad organizzare le processioni a S. Pietro, perché, dopo la loro discesa dal Monte nella seconda metà del sec. XV, rimasero sempre legati al monastero e spesso vi salivano per celebrare le sacre funzioni. Si parte dalla Chiesa Parrocchiale, si attraversa il borgo fino alla Chiesa della Madonna del Rosario nella Braia, si sale dai Molini alla Certosa, poi ci si immerge nella macchia verde degli ulivi, quindi uscendo dalle vigne, si supera l'urivetta, ultimo alberello oleastro già schiacciato tra i sassi e dopo una lunga tirata si arriva sulla dorsale della montagna, alla ca' du prau. Attraversati i verdi boschetti, alternati a fasce erbose, ci si imbatte in un masso isolato sormontato da una croce battezzato dalla fantasia popolare prea du gallu. Iniziano poi i tornanti della mulattiera e il sentiero si fa più stretto e aderente alla parete rocciosa. Proprio in questa località (la burdunaira), in una fenditura davanti ad una croce in ferro battuto, su un naturale stretto davanzale si doveva depositare una volta un pacchetto di sale come pedaggio per salire al monastero. Quest'ultimo è situato a 891 metri s.l.m. e fu uno dei centri più noti ed organizzati della vita monastica medioevale. L'edificio è stato più volte restaurato: l'interno della Chiesa è strutturato ad un'unica navata con robuste arcate a sostegno della volta. Oggi esiste un'alternativa più agevole per arrivare a S. Pietro. Si percorre in auto la statale per Bardineto e, poco prima del valico del Giovo una strada sterrata sulla destra prosegue per qualche Km fino ad uno spiazzo in località Cian de' Barretti. Di qui si prosegue a piedi lungo il sentiero in quota che con qualche leggero saliscendi seguito da una breve inerpicata nel tratto finale raggiunge la sommità del Monte.
PARCO ROSCIANO BARESCIONE. Adiacente al Nuovo Palazzo Comunale si trova il Parco Rosciano, all'interno del quale è situato il monumento alle vittime del bombardamento aereo subito da Toirano il 12 agosto 1944, che ha ispirato anche il murale realizzato dai ragazzi della locale Scuola Media nel cinquantenario del luttoso evento. Realizzato nel 1969 dallo scultore Agenore Fabbri, il monumento è composto da un basamento in granito sul quale si ergono tre figure bronzee, scavate dal dolore e dalla sofferenza, dalle quali scaturisce un grido straziato contro ogni guerra e ogni forma di violenza contro l'uomo. Attraversato l'ombroso vialetto, seguendo la strada che conduce a Balestrino si incontra il pittoresco nucleo di Barescione, antica frazione di Toirano, oggi sobborgo unito al paese dalle recenti costruzioni. Stretto tra il torrente omonimo e la strada è costituito da un insieme di case unite da archetti che si affacciano su un vicolo centrale. Di particolare rilievo la piazzetta centrale con la Chiesa seicentesca dedicata a S.Rocco. Sulla facciata dell'abitazione antistante, spicca un'antica meridiana, restaurata di recente.
LE GROTTE DI TOIRANO. Risalendo la Val Varatella, poco oltre Toirano, si incontrano i contrafforti di un massiccio calcareo di dolomiti grigie, solcato da una serie di valloni, in cui si aprono oltre 50 caverne naturali, tutt'oggi
oggetto di ricerca da parte di studiosi internazionali. Il complesso delle grotte di Toirano, aperto al pubblico nel 1953, dopo le opportune opere di sistemazione, è gestito direttamente dal Comune e costituisce oggi una delle maggiori attrattive che l'entroterra della Riviera Ligure di Ponente offre al turismo italiano.
Grotta della Bàsura (grotta della strega). Nota sin dal secolo scorso per le esplorazioni di Nicolò Morelli, risulta sicuramente la più spettacolare. Nel 1950 alcune persone di Toirano appassionate di speleologia, scoprirono una serie di sale interne che seguono un percorso di circa 450 metri, meravigliose per la ricchezza e la varietà di formazioni calcaree naturali. Nella grotta trovò rifugio per millenni l'orso delle caverne (Ursus Spelaeus), la cui presenza è attestata da un gran numero di resti ossei, da impronte di zampe sul suolo e dalle tracce di unghiate che si possono osservare sulle pareti della grotta. Di particolare interesse sono le testimonianze riferibili all'uomo preistorico, rappresentate da impronte di piedi, mani e ginocchia e, nella "sala dei misteri", dalle numerose palline d'argilla scagliate contro la parete, probabilmente con significato rituale. Sino a qualche anno fa, le impronte si attribuivano all'uomo di Neanderthal. Una serie di datazioni effettuate recentemente ha tuttavia dimostrato che esse hanno un'età di 12.340 anni e sono pertanto riferibili a uomini del Paleolitico superiore, vissuti posteriormente. Nel 1960 gli scopritori tolsero l'ultimo diaframma calcareo e scoprirono la sala conclusiva della Grotta della Bàsura. Da qui il percorso prosegue scavato in una grandiosa colata di alabastro, all'interno di imponenti ambienti ricchi di formazioni calcaree ("antro di Cibele").
Grotta di S.Lucia. Nel 1966 i "grottieri" toiranesi, ricercando un collegamento con la grotta della Bàsura, scoprirono nella grotta di S.Lucia una serie di sale interne straordinarie per le loro delicate formazioni calcaree. A questi ambienti è possibile accedere dal fondo della grotta della Bàsura attraverso un traforo lungo 120 metri. Formazioni di cristalli sottili di aragonite, in curiose disposizioni a "fiore", ricoprono le pareti. Alcune delle sale, di vaste proporzioni, presentano enormi stalattiti, anch'esse ricoperte da cristalli di aragonite. Nei pressi dell'uscita si può visitare il misterioso e antico Santuario rupestre di S.Lucia. Già conosciuto nel tardo medioevo come grotta santuario è tuttora consacrato alla devozione a S.Lucia protettrice degli occhi e viene valorizzato in occasione dell'annuale festività della Santa, il 12 dicembre, quando si celebra con una pittoresca fiaccolata e una cerimonia nella Grotta, il Natale dello Speleologo.
Grotta del Colombo. Si apre nel medesimo massiccio calcareo della grotta della Bàsura e di quello di S.Lucia. Consiste in una galleria lunga 50 metri, che si collega con un braccio laterale sino a una sala di notevoli dimensioni. La cavità è di grande interesse preistorico, poiché dai suoi livelli provengono testimonianze di successive occupazioni umane, dal Paleolitico Inferiore sino al Neolitico. Questa grotta non è aperta al pubblico, ma solo agli studiosi autorizzati.

fonte: http://www.rivieraligure.it/IT/toirano.k3c1153.htm
approfondimenti:
http://www.toiranogrotte.it/grotte/index_grotte.html
http://www.comuneditoirano.it

Alcune foto scattate dal sottoscritto:

La Torre di Toirano:
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Toirano:
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view post Posted: 11/8/2008, 09:22 Processione del 15 agosto in mare - IL PENTAGONO - notizie da Palazzo Doria
Venerdì 15 agosto 2008

ore 21.00 – Litorale marino FESTA DEL MARE: 10.000 LUCI NELLA NOTTE Illuminazione del mare e processione di barche illuminate
view post Posted: 11/8/2008, 09:14 Loano - Confraternita Cappe Turchine - La LOANO dei DORIA
Ricorda un breve scritto dell’archivio romano Doria-Pamphili, cart. 65-67, che:
“Nel 1602, addi' 4 agosto, giorno di San Domenico, l’Illustrissimo ed Eccellentissimo Signor Andrea II Doria, Marchese di Torriglia, fondatore e protettore della Confraternita, le ha fatto dar principio nell’Oratorio o Cappella di N. S. del Loretto, dove si recitava l’Ufficio della Beata Vergine, con bellissimi Capitoli e Ordini all’uso di Genova ( cioč sull’esempio di quelli delle confraternite genovesi) , e l’ha adornata e provvista delle cose necessarie come Confalone, Misteri, Cappe, Torchie, Arredi e altro, il tutto a gloria di Dio e della Vergine Santissima“.

Le cappe, di cui il Marchese Andrea Doria aveva fornito la Confraternita, erano del colore del mare, come le casacche dei marinai che nel 1571, sotto la guida di suo padre, protetti dalla Madonna del Rosario, avevano riportato a Lepanto la famosa vittoria sui turchi. Percio' , questo di Nostra Signora del Rosario era il titolo della Confraternita, e, per il colore della cappa, da subito i confratelli furono detti i “Turchini”. Andrea II Doria era il terzo conte di Loano , dopo l’Ammiraglio Andrea Doria. Questi aveva avuto la cittadina da Carlo V , sottratta a Gian Luigi Fieschi il giovane, in punizione della congiura contro il re. Riprendeva cosi' il dominio dei Doria in Loano, dopo che gia' ne avevano avuto la signoria dal 1263 al 1505 , quando Corrado III Doria l’aveva venduta a Gian Luigi Fieschi il vecchio. Ma in quegli anni del ‘600 , in cui erano frequenti le scorrerie dei barbareschi sulle spiagge liguri, risultava pericoloso avere come oratorio la chiesa del Loreto, di proprieta' dei Doria, ricostruita e ampliata da Giannandrea I e donata ai confratelli, ma lontana dalla protezione delle mura cittadine. Percio' i confratelli chiesero al parroco del tempo un locale dove riunirsi ed egli concesse loro una stanza sul retro della chiesa parrocchiale di San Giovanni, quella antica situata dove oggi si trova l’attuale oratorio. Ma quella stanza divento' presto insufficiente e i confratelli decisero di avere un oratorio dentro le mura di Loano. Cosi' acquistarono, intorno al 1626, un magazzino a piano terra di una abitazione sul lato monte del “caroggio del Fossato “, l’attuale via Boragine. Tra il 1633 e il 1638 venne costruita la nuova chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, a lato verso ponente dell’antica chiesa parrocchiale, attuale oratorio, documentato gia' nell’VIII secolo come Pieve di Santa Maria e San Giovanni. Per la nuova costruzione fu utilizzato il materiale edilizio della vecchia , che fu quindi quasi completamente smantellata, lasciando in piedi pochi tratti delle mura maestre. Anche la Cappella della comunita' in essa esistente, dedicata alla Madonna del Rosario e che era stata dotata di beni da Bernardo Richero per ricordare la vittoria propiziata dalla Vergine nella battaglia di Lepanto, a cui aveva partecipato a fianco di Giannandrea Doria I, fu trasportata nella nuova sede parrocchiale , ove e' ancora presente.

Finalmente nel 1660 i Turchini ottennero di poter utilizzare i resti e l’area dell’antica Pieve per edificarvi il loro Oratorio. Cosi', ancora con l’aiuto dei Doria che furono sempre i loro protettori, nel 1660-1661 ricostruirono la chiesa, ad una sola navata mentre l’antica Pieve era a tre navate, e poi nei secoli continuarono ad abbellirla e restaurarla con cura ogni volta che se ne presentava la necessita'.
La vita della Confraternita prosegui' ordinata e fiorente per lungo tempo: vi si iscrissero molti dei principi Doria, conti di Loano , anche quando , imparentatisi con i Pamphili, si trasferirono a Roma. La Confraternita dei Turchini aveva fra i suoi iscritti soprattutto membri appartenenti ai ceti marinaresco e commerciale, in opposizione alla Confraternita di San Giovanni Battista (cappe bianche) alla quale si iscriveva soprattutto il ceto agricolo e i proprietari terrieri. Le due confraternite erano in gara fra loro sia nell’abbellire il proprio oratorio, sia nel fare processioni piu' solenni, sia nell’avere apparati piu' sontuosi , sia ancora nell’avere il maggior numero di iscritti, con una competizione che porto' talora a esagerazioni e non lievi contrasti. Attraverso i secoli varie furono le vicende storiche che coinvolsero Loano e le sue confraternite. Le truppe savoiarde, in guerra con la Repubblica di Genova, invasero Loano nella seconda meta' del seicento, sebbene, come feudo dei Doria, la citta' fosse neutrale. Gli spagnoli, che la occuparono per piu' di un anno intorno al 1745, la usarono come sede militare, deturpandola come spesso accade in situazioni simili. Le truppe francesi che invasero il Regno di Sardegna, dopo avere occupato la valle di Oneglia giunsero a Loano , feudo imperiale che nel 1736 Carlo VI d’Austria aveva tolto ai Doria per cederlo ai Savoia, e, a partire dal 1794, la occuparono. Dopo la battaglia di Loano, ricordata nell’elenco delle vittorie napoleoniche inciso sotto l’Arc de Trionphe a Parigi, la nostra citta' resto in mano ai francesi, sia pure con brevi intervalli fra il 1796 e il 1800, fino al 1813. La Repubblica Ligure prima (nel 1797-98) e napoleone poi (nel 1810) soppressero le confraternite. I beni furono confiscati. Nel 1799 l’Oratorio dei Turchini fu ridotto a magazzino di legna, fieno e paglia per l’esercito francese. Nei momenti migliori servi' da deposito di viveri e medicinali per i feriti, quando i complessi religiosi di Monte Carmelo e il Castello Doria furono adibiti ad ospedali militari. Le confraternite restarono formalmente soppresse per anni anche dopo la fine del dominio francese.
In realta' e' tradizione che, seppure in segreto, la confraternita dei Turchini abbia continuato ad esistere e i confratelli abbiano continuato ad eleggere i superiori che la amministravano.

Alla morte di Napoleone le confraternite loanesi risorsero con maggior fervore e con novita', essendo nel frattempo mutato il modo di vivere comune. Ma tornarono anche le invidie, i torti reciproci e le ripicche dell’una verso l’altra , cosicché all’inizio del 1823 con decreto reale, Re Carlo Alberto le soppresse per motivi di ordine pubblico riunendole nell’unica Confraternita del SS. Sacramento e della Dottrina Cristiana con il titolo di San Giuseppe Colasanzio e sotto la protezione della Madonna della Visitazione. Dal colore della nova cappa la confraternita fu detta dei “Neri”. Il 13 dicembre 1823 un comitato presento' al Vescovo Mons. Carmine Cordiviola la richiesta di ricostituzione ma nulla successe perché non era stato il vescovo a decretarne la chiusura, ma l’autorita' pubblica. Fu finalmente nel 1834 che con Decreto Reale in data 15 luglio, re Carlo Alberto ne permise la rifondazione con la clausola che le confraternite dovevano ritenersi fondate ex novo a partire dalla data del decreto. Da allora in poi nessuna avrebbe potuto vantare diritti particolari di anzianita' e percio' di precedenza rispetto all’altra. Si sperava di troncare in tal modo i motivi di attrito che avevano portato alla soppressione. Da allora in poi, anche per l’accordo intervenuto riguardo alla precedenza nelle processioni, che porto' ad una alternanza del primo posto, la vita delle confraternite prosegui' tranquilla, nella cura assidua dei rispettivi oratori. L’oratorio dei Turchini fu cosi' restaurato radicalmente nel 1851 e poi di nuovo dopo la seconda guerra mondiale, per riparare i danni subiti durante il conflitto.


fonte: http://www.confraternitacappeturchine.it

Alcune foto scattate dal sottoscritto:

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view post Posted: 10/8/2008, 16:29 Loano - i presepi (Natale) - FESTE e TRADIZIONI
Alcune foto della mostra dei presepi scattate dal sottoscritto a Loano:

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view post Posted: 10/8/2008, 16:26 Pietra Ligure (SV) - ALTRE ZONE
La sua aria, particolarmente salubre e il clima mite durante quasi tutto il periodo dell'anno ne hanno fatto fin dal secolo scorso un rinomato centro balneare. I monumenti di Pietra Ligure documentano la sua storia millenaria. Il più antico, nella sua completezza, è l'oratorio dei Bianchi, del X secolo. Situato nella caratteristica Piazza Vecchia o del Mercato, era l'antica chiesa parrocchiale dedicata a San Nicolò di Bari, ristrutturata in età barocca; l'interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne in pietra locale di Verezzi; vi sono state collocate misure olearie della Repubblica di Genova e i resti di un pozzo medioevale, che si trovava nella piazza antistante. Sul campanile si conserva ancora il sacro bronzo che nel 1525, per mano di San Nicolò, secondo la tradizione locale, suonò ad annunciare la fine di un'epidemia di peste. Oggi l'oratorio è adibito ad Auditorium. La chiesa dell'Annunziata, del secolo XV, conserva al suo interno una pregevole Madonna del Rosario del Maragliano e una tela di O. De Ferrari con Santa Caterina e Santa Lucia imploranti il Cristo per le anime purganti. Inoltre nell'abside spicca un'Annunciazione del Brandimarte. Qui soggiornò a lungo, prima di diventare papa, Pio V (1566-1572), che fu poi eletto agli onori degli altari. Oggi è sede della Confraternita di Santa Caterina. Il santuario di Nostra Signora del Soccorso, costruito dai principi Doria alla fine del XVI secolo, per la devozione degli abitanti del luogo, è a navata unica, ampliata lateralmente e con i portali in marmo di D. Solari: all'interno l'altare marmoreo di G. Porta è sormontato da una pala seicentesca di B. Castello, al cui centro si trova un dipinto quattrocentesco di una Madonna con il Bambino di incerta attribuzione, ma di pregevole fattura. La chiesa principale, dedicata a San Nicolò di Bari, protettore della città, fu eretta nella seconda metà del secolo XVIII su disegno dell'architetto G.B. Montaldo e, per la volta, di G. Fantone per sciogliere un voto fatto dai pietresi nel 1525 e fu consacrata nel 1791. La facciata fiancheggiata da due campanili risale invece ai primi anni dell'ottocento. L'interno, sormontato da una bella volta affrescata, ha una sola grandiosità determinata dalla vasta area rettangolare intorno alla quale si aprono le cappelle di diversa ampiezza; possiede una collezione di tele fra le quali San Francesco che riceve le stimmate di C.Castello e il Calvario con Santo Stefano di A. e G.B.Montanari; il coro ligneo proviene dalla cattedrale di Marsiglia. Il palazzo già dei conti Leale Franchelli, costruito nel settecento sui resti di un palazzo duecentesco, conserva al suo interno affreschi di A. Novaro. Oggi di proprietà privata, non ammette visitatori. Degni di nota il palazzo Golli, sede del Comune che ha un notevole portale di ingresso in pietra del Finale (XV secolo); inoltre la bella villa Accame e gli antichi palazzi Bado, Bosio, Lanfranco, Giorni, Chiappe, nonché villa Carlotta, riccamente arredata in stile ottocentesco.

fonte: http://www.paesionline.it/liguria/pietra_l...etra_ligure.asp

APPROFONDIMENTI: http://www.comunepietraligure.it/

Alcune foto scattate dal sottoscritto:

Chiesa di San Nicolo di Bari:
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Interno della Chiesa di San Nicolo:
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La piazza:
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Altra Chiesa:
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Vista dal molo:
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Ranzi di Pietra Ligure:
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view post Posted: 10/8/2008, 16:09 Loano in foto 4 - Villa Azzurra (ex Villa Morteo) - LOANO IN FOTO
Qualche scatto (inedito) eseguito dal sottoscritto della Villa Morteo sita in localita' omonima a Loano.

La facciata
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Foto dal balcone
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view post Posted: 10/8/2008, 16:04 Villa Morteo, a Loano, diventa un nuovo centro emodialisi - SPIAGGIA LIBERA
26 giugno 2008

Villa Morteo, a Loano, diventa un nuovo centro emodialisi
La provincia di Milano, con Aned e Fondazione Graziano Frigato realizza a Loano un progetto per la cura deicittadini milanesi in dialisi

Un centro emodialisi in grado di offrire cure avanzate in convenzione. Ma anche un incantevole luogo divilleggiatura, per permettere ai cittadini dell’area metropolitana milanese che soffrono di patologie nefrologichedi fare una vacanza al mare. Questo potrà offrire Villa Morteo, struttura del patrimonio provinciale, a Loano inLiguria. L’edificio, grazie all’intervento congiunto degli assessorati al Patrimonio e alle Politiche sociali, saràristrutturato e riqualificato per ospitare pazienti in dialisi della Provincia di Milano. La realizzazione e la gestionedella nuova struttura, grazie a una convenzione stipulata, sarà diretta dalla Fondazione “Graziano Frigato” cheopera da anni nella ricerca medica e nella cura delle malattie renali. “Con questo intervento – dichiara Filippo Penati, presidente della Provincia di Milano – una volta di più vogliamoconcretamente ribadire l’impegno dell’amministrazione provinciale per il tema della salute e della qualità dellavita dei cittadini. Soprattutto nei confronti di coloro che altrimenti, per motivi di salute come gli emodializzati,non potrebbero godere di vacanze e viaggi al di fuori della regione. Le politiche della Provincia, fin dal mioinsediamento, sono da sempre rivolte a dare risposte concrete e a trovare soluzioni, anche in collaborazione conenti e associazioni del territorio. Il nuovo centro di emodialisi è una risposta concreta che offre la possibilità dievadere da una quotidianità che non permette il lusso di lunghi spostamenti lontano da casa”. “La Provincia di Milano – afferma Bruno Casati, assessore al Patrimonio – è proprietaria dal 1960 di unappezzamento di terreno di oltre 35.000 mq ubicato a Loano, che comprende due edifici. Il primo, che risale aiprimi anni del Novecento, Villa Azzurra (ex Villa Morteo), ha una superficie di circa 1.550 mq e venne acquistataper essere adibita a colonia estiva per i bambini. Il secondo edificio, che era la casa del custode della villa, è dicirca 600 mq. Così come stabilito per Villa Pendice a Bordighera, nel corso del mandato precedente il ConsiglioProvinciale decise di dismettere l’intera proprietà attraverso il procedimento della Cartolarizzazione dei proventida dismissione, a causa della lontananza e delle ingenti spese necessarie per il recupero degli edifici. L’attualeGiunta Provinciale, consapevole delle difficoltà dell’intervento, ha sviluppato un progetto che consentirà da unlato di recuperare gli immobili e il terreno circostante per salvaguardare l’intero complesso e dall’altro diperseguire finalità socialmente rilevanti”. “La Provincia di Milano - spiega Ezio Casati, assessore alle Politiche sociali - realizza questo intervento per offrireai tanti nostri cittadini in cura dialisi la possibilità di una vacanza fuori regione. Sono infatti 2.500 i pazientiresidenti sul territorio provinciale che necessitano di trattamenti dialitici e, come i familiari sanno, sono vincolatia doppio filo con le strutture sanitarie locali. E’ difficile, quasi impossibile, per il dializzato coniugare la cura conun periodo di vacanza adeguato fuori dalla regione. Così abbiamo stipulato, su proposta dell’Associazionenazionale emodializzati, una convenzione con la Fondazione “Graziano Frigato” che segue da anni la ricercascientifica e la cura dei malati nefrologici. La Fondazione “Frigato” avrà il compito di gestire il servizio di cura alcentro emodialisi di Loano offrendo ai nostri cittadini un’opportunità e un servizio medico di alta qualità”. La struttura, la cui inaugurazione è prevista per gli inizi del 2009, sarà in grado di curare giornalmente una decinadi dializzati, seguiti da un’equipe medico-infermieristica di livello. I finanziamenti della Provincia, già stanziati abilancio, ammontano a 400mila euro.

fonte: http://www.provincia.milano.it/export/site...vmi_26giu08.pdf
view post Posted: 10/8/2008, 15:56 Isola Gallinara (SV) - ALTRE ZONE
L'Isola Gallinara è un isolotto situato nei pressi della costa ligure, nella Riviera di Ponente, di fronte al comune di Albenga. L'isola costituisce la Riserva naturale regionale dell'Isola Gallinara.

L'isola è sede di una delle più grandi colonie di nidificazione dei gabbiani reali nel mar Ligure.

L'isola prende il nome dalle galline selvatiche che la popolavano in passato, come riportano Catone e Varrone. Fu il rifugio di San Martino di Tours verso la fine del IV secolo e di un monastero benedettino, che venne venduto in seguito, nel 1842, a privati.
Vista di Alassio con l'Isola Gallinara sullo sfondo.Nei fondali circostanti l'isola sono stati trovati vari relitti e manufatti, risalenti in alcuni casi al V secolo a.C. e identificati come provenienti dalla zona di Marsiglia, per via dei commerci avvenuti in passato. Svariati reperti sono conservati nel Museo Navale di Albenga, tra cui molte anfore di epoca Romana dal periodo repubblicano fino al VII secolo. Nino Lamboglia effettuò qui il primo recupero subacqueo della storia nel 1950.

L'attività subacquea presso l'isola era stata proibita per via della presenza di ordigni bellici inesplosi sul fondale e per via della presenza di un relitto (44°1′0.7″N 8°13′0.5″E / 44.016861, 8.216806) risalente al XVIII secolo.
Una successiva ordinanza ha consentito le immersioni subacquee accompagnate dalle guide locali dei diving center convenzionati. Sui fondali e sulle pareti si possono trovare margherite di mare, spugne gialle (talvolta anche di grosse dimensioni), rare Chetaster longipes e una grande abbondanza di vita bentonica.
In particolare l'isola presenta due punti di immersione:
Cristo redentore o Punta Falconara (44°1′24.75″N 8°13′33.96″E / 44.0235417, 8.2261)
Nel fondale circostante l'isola è stata posata una statua di Cristo il 29 settembre 1998. L'immersione è piuttosto semplice e poco profonda, fino al massimo di 18 metri, a meno di voler proseguire oltre un gradone per immergersi fino ai 22. La fauna bentonica è abbondante e caratterizzata da notevoli colonie di nudibranchia, mentre oltre il gradone si trovano abbondanti margherite di mare.
Punta Sciusciau (44°1′34.08″N 8°13′44.77″E / 44.0261333, 8.2291028)
Dai 15 ai 30 metri, non presenta alcuna difficoltà particolare fatta eccezione per la profondità e, talvolta, per la corrente. È frequente l'osservazione di esemplari di buone dimensioni di cernie, murene, polpi e scorfani, e verso i 30 metri di profondità, di spugne anche di grosse dimensioni.


FONTI e RINGRAZIAMENTI:
http://www.regione.liguria.it/leggi/docs/19890011.htm
http://www.regione.liguria.it/conosc/4_natur/parchi1a.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Isola_Gallinara
http://www.sullacrestadellonda.it/archeo/gallinara.htm
http://www.sullacrestadellonda.it/torri_co...lagallinara.htm

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view post Posted: 8/8/2008, 16:14 Loano - Festa delle Basue (o Basure) - FESTE e TRADIZIONI
Come ogni anno, la domenica della settimana di ferragosto e' dedicata al una festa molto particolare che trae le sue origine nel passato medioevo.
In questa magica atmosfera, pipistrelli, gatti neri, scope, streghe, cartomanti, nobili e popolani fanno da padrone a Loano.
Questa festa unica e meravigliosa nel suo genere rappresenta l'espressione del folclore popolare e al tempo stesso vuole ricordare le ingiuste persecuzioni fatte ai tempi dell'Inquisizione. Il tutto pero' e' perfettamente progettato nel migliore dei modi unendo la commemorazione di un evento con la gioia della festa. Ed e' proprio cosi' che deve essere!
L'organizzazione e' a dir poco strepitosa e basti pensare che nella notte delle streghe Loano si riempie di 100.000 persone per capire come questo costume sia tra i piu' apprezzati del Paese.

Una coinvolgente sfilata di costumi stupira' il pubblico e mangiafuoco e sbandieratori animeranno la serata accompagnando la strega incatenata al processo di Torquemada.
Sull’arenile di fronte al molo Francheville sarà celebrato il processo alla strega, che condannata sarà messa al rogo. Contemporaneamente nel cielo le luci e gli scoppiettii dello spettacolo pirotecnico segneranno l’inizio della Notte magica con tanta musica sul lungomare.

Prossimamente saranno postati qui video inediti girati dal sottoscritto nell'edizione 2007

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Loano.
La settimana di Ferragosto a Loano si chiuderà con una grande festa per grandi e piccini, organizzata dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Loano. Domenica 17 agosto, il centro storico addobbato con scope, streghe, pipistrelli e gatti neri accoglierà una nuova edizione della Festa delle Basüe.

L’iniziativa prenderà il via alle ore 21, davanti al Palazzo Comunale dove si formerà il corteo che accompagnerà per le vie della città la strega. Ad aprire la sfilata saranno il Sole e la Luna con scintillanti abiti, dietro di loro sacerdotesse, satelliti e stelle. Poi toccherà ai tamburini e agli sbandieratori seguiti da creature magiche del bosco: elfi, fate, alberi incantati.

Sono previsti più di cinquecento figuranti tra grandi e piccini. Protagonisti della festa, come è ormai tradizione, saranno i loanesi e i turisti che avranno l’opportunità di indossare costumi ed acconciature per trasformarsi in streghe, maghi e diavoletti.

La strega, incatenata, sarà condotta al processo dall’austero Torquemada con il suo seguito di armigeri ed inquisitori. Subito dietro ci saranno nobili e popolani. Il corteo sarà arricchito dalla presenza di un fantasioso carosello di personaggi sui trampoli e da gruppi di streghe che danzeranno a ritmi incalzanti.

Sull’arenile di fronte al molo Francheville sarà celebrato il processo alla strega, che condannata sarà messa al rogo. Contemporaneamente nel cielo le luci e gli scoppiettii dello spettacolo pirotecnico segneranno l’inizio della Notte magica, la seconda parte della festa, che si svolgerà sulla passeggiata a mare. Qui, ad attendere i turisti ci saranno postazioni musicali ed ancora animazione.

L’edizione 2008 sarà accompagnata dalla presenza di oltre un centinaio di nuovi costumi, realizzati nel laboratorio comunale da sarte volontarie, che hanno tagliato e cucito per oltre sei mesi. Nel Laboratorio di sartoria e allestimenti del Comune di Loano Giovina, Renza, Pinuccia, Guenda, Emma, Rita, Loredana e Maria Rosa hanno realizzato i costumi e gli allestimenti della manifestazione che caratterizza la settimana di ferragosto a Loano. Un lavoro volontario che le ha viste impegnate tutti giorni.

Mille metri di tulle, più di cento metri di raso lucido e opaco, cento metri di cotone e altrettanto di organza, di Shantung di seta, di tessuto d’oro e argento. Ed ancora, cinquanta barattoli di colla, 10 chili di glitter oro, argento, blu e rosso, e tantissime spolette di filo. Il tutto per dar vita a capi unici ed originali.
La scelta dei materiali ha risposto all’esigenza di realizzare costumi di grande impatto visivo per dar vita ad una sfilata coreografica.

Un accurato lavoro di ricerca e progettazione ha preceduto la realizzazione degli abiti che possiedono una qualità sartoriale unica per la caratteristica lavorazione a mano, per la ricercatezza delle finiture, per il tempo e la passione che sono stati necessari. L’ingresso e la partecipazione al corteo è gratuita.

fonte: http://www.ivg.it

Edited by Tursiops - 17/8/2008, 18:40
view post Posted: 7/8/2008, 11:39 Loano - Eventi ricorrenti - FESTE e TRADIZIONI
CALENDARIO EVENTI RICORRENTI

> GENNAIO - SPETTACOLO PIROTECNICO DI INIZIO ANNO

> GENNAIO/APRILE - IN TEATRO
Rassegna teatrale prosa, inserita nel progetto
LA RIVIERA DEI TEATRI - PROVINCIA DI SAVONA"

> FEBBRAIO - CARNEVALÖA
Il più grande carnevale della liguria (edizione invernale)

> MARZO/APRILE - LOANO SYNCHRO CUP
Manifestazione internazionale di nuoto syncronizzato

> APRILE/GIUGNO
ARTE A PALAZZO DORIA - Mostra nazionale di arte contemporanea
MILLE E UNA PRIMAVERA - Musica animazione

> MAGGIO - MEETING DI NUOTO CITTA' DI LOANO
Manifestazione interregionale di nuoto categorie esordienti ragazzi juniores assoluti

> MAGGIO/GIUGNO - UNIVERSO MUSICA
Rassegna di musica classica e contemporanea

> GIUGNO/AGOSTO - ESTATE IN MUSICA
Musica al Giardino del Principe, Musica in piazza, Musica Sacra

> LUGLIO
DANZANDO, DANZANDO - Scuole di danza in rassegna.
RADUNO BANDISTICO "ELIO GARASSINI" - Rassegna nazionale di complessi bandistici
CARNEVALÖA - Il più grande carnevale della liguria (edizione estiva)
ARCHITETTI IN ERBA - Gara costruzione castelli di sabbia

> LUGLIO/AGOSTO
LOANO PER IL MARE - Bambini e bambine...vi aspettiamo per giocare
LOANO DELLE MERAVIGLIE - Mostra-esposizione tematiche legate al mare
LOANO CABARET - Rassegna Nazionale di teatro Comico in collaborazione con Zelig Milano
LA DANZA NEL GIARDINO DEL PRINCIPE - Rassegna internazionale di balletto (genere danza etnica)

> AGOSTO
I SUONI DELLA TRADIZIONE - Festival Nazionale di musica popolare
SPETTACOLO PIROTECNICO DI FERRAGOSTO
FESTA DELLE BASURE (streghe) - Animazione con mangiafuoco, stregoni e giocolieri, corteo di nobili e popolani insieme a tamburini e sbandieratori accompagnano la strega al “rogo”

> DICEMBRE - CIMENTO INVERNALE DI NUOTO

> DICEMBRE/GENNAIO - INCANTI DI NATALE - Musica e animazione

fonte: http://www.comuneloano.it
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